Caro-biberon: il nuovo decreto è
un grande bluff
Pisa, 26 aprile 2005 - “Il nuovo decreto
sulla pubblicità dei latti artificiali, entrato in vigore
lo scorso 20 aprile, è un grande inganno per i consumatori:
non contribuirà a ridurre i prezzi dei prodotti e non servirà
a proteggere l’allattamento al seno dalle pressioni commerciali
delle aziende produttrici.” Lega Consumatori Acli Toscana
non usa mezzi termini per commentare il Decreto Ministeriale n.
46 del 22 febbraio 2005, appena varato dai Ministri della Salute
e delle Attività Produttive. E prosegue: “In una lettera
inviata lo scorso giugno al Ministro della Salute, le 14 associazioni
dei consumatori aderenti al CNCU avevano chiesto l’approvazione
del Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei Sostituti
del Latte Materno. Ebbene, il nuovo provvedimento non solo è
lontano anni luce dal recepire le raccomandazioni del Codice, ma
addirittura non apporta significativi cambiamenti nemmeno rispetto
al precedente Decreto Ministeriale n. 500 del 6 aprile 1994.”Lega
Consumatori Acli Toscana ricorda che il Codice - risultato della
consultazione tra l’Organizzazione Mondiale della Sanità
(OMS) ed i suoi paesi membri, l’UNICEF, le compagnie produttrici
di alimenti per l’infanzia, l’IBFAN (International Baby
Food Action Network) ed un gruppo di esperti in nutrizione umana
– fu adottato il 21 Maggio 1981 allo scopo di proteggere la
salute dell’infanzia, sanzionando la scorretta commercializzazione
ed ogni forma di promozione dei sostituti del latte materno. L’Italia
ha sottoscritto il Codice fin dal 1981, benché il DM 500/94
sia conseguenza di una direttiva impartita dall’Unione Europea
del 1991. Il DM 500/94, in sostanza, è in molte sue parti
più debole del Codice e delle successive Risoluzioni e per
questo motivo le associazioni dei consumatori ne avevano chiesto
urgentemente la modifica.
“Purtroppo - prosegue Lega Consumatori
Acli Toscana – è sufficiente leggere attentamente il
nuovo DM 46/05 per rendersi conto che i divieti imposti su pubblicità
ed omaggi alle mamme, si applicheranno solo sugli alimenti per lattanti
(i cosiddetti latti 1), adatti ai primi mesi di vita del neonato.
Nessuna restrizione è prevista, invece, per gli alimenti
di proseguimento (latti 2), né per tutti gli altri prodotti
definiti dal Codice come ‘sostitutivi del latte materno’:
gli omogeneizzati e le tisane, i biberon e le tettarelle.”
Eppure è proprio qui - intorno al quarto mese di vita del
bambino, nel delicato momento dello svezzamento - che si concentra
il maggior sforzo pubblicitario delle aziende nei confronti delle
mamme. Ed è ancora qui che le percentuali di abbandono dell’allattamento
materno a favore dell’alimentazione artificiale aumentano
vertiginosamente, in barba alle raccomandazioni dell’OMS,
per le quali l’allattamento al seno dovrebbe essere esclusivo
almeno fino al 6 mese compiuto.
E le regole per una più seria regolamentazione
dei congressi medici? Il effetti il nuovo decreto vieta –
pena la revoca dei crediti formativi ECM agli operatori sanitari
– la sponsorizzazione ed il contributo economico di qualsiasi
genere e in qualsiasi forma alla organizzazione o alla partecipazione
a congressi e manifestazioni scientifiche volte a promuovere gli
alimenti per lattanti. Lo stesso provvedimento lascia però
aperta una ‘scappatoia’, in quanto dal divieto sono
esentati i congressi proposti dalle società scientifiche
accreditate e autorizzati dal Ministero della Salute. Non solo.
Le associazioni dei consumatori avevano chiesto ai Ministri della
Salute e delle Attività produttive nuove norme sull’etichettatura
del prodotti, regole più severe sulle modalità di
diffusione del materiale informativo alle mamme, listini pubblici
con i prezzi di cessione dei latti ed sanzioni economiche più
pesanti per i trasgressori: nel nuovo DM 46/05 nessuna di queste
richieste è stata accolta.
Le uniche vere novità introdotte dal
nuovo provvedimento sono lo stop alle forniture gratuite di latte
artificiale negli ospedali ed il divieto di pubblicità dei
latti 1 sulle riviste mediche specializzate. Un passo avanti certo,
ma non basta. La vera risposta al problema resta la promozione dell’allattamento
materno che, in base al nuovo DM 46/05, sarà demandata alle
singole regioni. Peccato che in una recente pubblicazione dell’Istituto
di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano – ‘Nascere
e crescere oggi in Italia’, a cura di M. Bonati e R. Campi
– si legge: “Le diseguaglianze sociali ed economiche
tra le nazioni sono ben conosciute e colpiscono soprattutto la salute
dei bambini. Anche in Italia le realtà regionali sono molto
diverse e la salute per i bambini non rappresenta un bene universale
garantito su tutto il territorio nazionale.” Conclude Lega
Consumatori Acli Toscana: “Se davvero vogliamo combattere
la lobby del latte artificiale la soluzione resta una sola: l’approvazione
urgente del Codice Internazionale OMS/Unicef sulla Commercializzazione
dei Sostituti del Latte Materno.”
Per maggiori informazioni:
Linda Grilli
SOS Allattamento - Lega Consumatori Acli
www.legaconsumatoritoscana.it
e-mail: info@legaconsumatoritoscana.it
cell. 347 3678878
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